R S U - Rappresentanza Sindacale Unitaria

Syndial -  Roma

FILCEA-CGIL  FEMCA-CISL  UILCEM-UIL

 

Piazza L. Cerva, 7 - 00143 Roma  

  Tel.: 06. 598. 27139-27271 -27361 Fax 06. 598.27438 e-mail: rsu.enichem.roma@tiscali.it

 

 

Comunicato FINALE

 

 

Con questo comunicato si chiude il ciclo di una storia i cui protagonisti sono i lavoratori e i loro Rappresentanti Sindacali Unitari della RSU, che nell’arco di trenta anni sono passati attraverso tutte le difficoltà e le contraddizioni di un sistema quasi mai attento allo sviluppo e all’occupazione e sempre più indirizzato al profitto e all’aumento degli utili per gli azionisti, anche attraverso la riduzione del costo del lavoro e un utilizzo sin troppo spregiudicato degli ammortizzatori sociali, facendo pagare, di fatto, all’INPS parte dei dividendi distribuiti agli azionisti (di cui fanno parte anche i fondi pensione americani, quindi con i soldi dell’INPS si contribuisce al pagamento delle pensioni del sistema privato americano! Strano gioco del mercato globale!).

 

Ma tutto questo non ha mai incrinato la volontà e la determinazione dei lavoratori e della RSU Syndial di Roma, che non hanno mai “piegato la schiena” come dimostra la loro storia, in cui hanno sempre cercato l’interesse e il bene comune, convinti anche del fatto che l’interesse dei lavoratori potesse coincidere con l’interesse dell’azienda, ove i fini di questa fossero indirizzati a promuovere quel connubio sviluppo-occupazione sempre affermato a parole e sempre negato nei fatti (l’ultima beffa è l’accordo del 17 ottobre 2002 in cui l’azienda si impegnava ad un “piano operativo” per la sede di Roma, piano che non è mai arrivato).

 

Questo ciclo di storia lavorativa e sindacale inizia simbolicamente nel 1974 con l’occupazione della sede di Roma dell’allora Ammi (Società Mineraria e Metallurgica del Ministero dell’Industria). Prosegue con l’entrata nell’ENI nel 1977 e le lotte a sostegno del settore minero-metallurgico, con la costituzione della Samim nel 1979, con il trasferimento di sede del 1981, con la cassa integrazione del 1984, culminando con l’occupazione di tre mesi della sede di Roma della Nuova Samim nel 1988 per impedire il trasferimento a Milano (la “Lega” cominciava già a colpire!) e con il Convegno Sindacale del 1992 per il Piano Metallurgico.

 

Con l’avvento di Enirisorse nel 1993 si apre una nuova fase con l’ENI che, a fronte della dismissione del settore metallurgico, riconosce il ruolo e il difficile compito svolto dalla RSU e dai Lavoratori della Sede di Roma. Nel Convegno Sindacale del 1996 la RSU propone un progetto di riconversione sull’Ambiente e le Energie Rinnovabili che si stava per concretizzare nel 1998 con l’apertura di un tavolo di confronto con la Direzione Programmazione dell'ENI.

 

La discussione fu portata avanti con accordi e dichiarazioni di intenti poi la coincidenza di cambiamenti di Governo e del prezzo del petrolio, che all’epoca era di 15$ al barile, arrestarono il completamento di quel progetto. Nel 1999 si entra nella liquidazione di Enirisorse, poi divenuta Singea con la previsione di acquisire la liquidazione delle attività ambientali del Gruppo. La previsione non si realizza a causa dell’assorbimento da parte di Enichem, poi divenuta Syndial, che anziché rispettare gli impegni presi (il csd. “piano operativo”), dà avvio ad un drastico “piano di chiusura” della Sede di Roma. Piano che di fatto viene conseguito a dicembre 2004, mese in cui si procede alla ulteriore messa in mobilità di 15 lavoratori, e al definitivo azzeramento della RSU “storica”, operazione iniziata nel 2003 e proseguita anche con la prematura scomparsa di Massimo Stefanelli, a cui va il nostro ricordo e la nostra stima perenne, e che noi immaginiamo ancora qui con noi a discutere e a scrivere le pagine di questo comunicato.

 

Ma torniamo per un momento al progetto su Ambiente ed Energie Rinnovabili, temi che L’ENI ed anche la Syndial continuano a sottovalutare ma con cui bisognerà presto fare i conti. Il cosiddetto “picco di produzione” del petrolio potrebbe essere raggiunto già nel 2010, ma il poter disporre a quella data di “Energie Rinnovabili” sembra molto difficile vista l’inadeguatezza della situazione attuale. A questo si collega quanto viene fatto dall’ENI e dalle sue controllate, riguardo agli impegni del protocollo di Kyoto per la diminuzione dei “gas serra”. Infatti l’ENI, per compiacere una errata politica ambientale dell’attuale governo che ha aumentato le emissioni rendendo necessario il ricorso ai “meccanismi flessibili”, sfrutta la sua presenza operativa in circa 70 Paesi e realizza all’estero, anziché in Italia, progetti di riduzione dei gas serra connessi alle attività minerarie di estrazione di idrocarburi, mentre sarebbe necessaria la promozione delle fonti rinnovabili  e l’efficienza energetica.

 

Ma queste considerazioni, che non hanno ancora trovato risposte adeguate all’interno aziendale, rimangono aperte in una discussione che si trasferisce all’esterno anche a causa delle “esternalità”, cioè degli effetti provocati dall’attività economico-industriale dell’azienda su soggetti esterni non direttamente coinvolti nell’attività stessa. Le esternalità possono essere positive, come la ricerca che crea nuove tecnologie e nuove conoscenze (ma non è questo il nostro caso), oppure possono essere negative (come accade spesso nel nostro caso), quando talune attività di produzione incidono negativamente su diritti inalienabili quali la salute e l’ambiente, ed anche su altre attività produttive (ad es. il turismo, l’agricoltura ecc.). Quindi spesso, e anche ragionando in termini puramente economistici, il danno che si procura può ridurre, annullare o addirittura superare i profitti derivanti dall’attività produttiva.

 

Pertanto, quando una attività:

·         genera esternalità, quindi rischi per il futuro dell’uomo e dell’ambiente;

·         non considera i costi delle varie “esternalità” nella formazione del prezzo dei propri prodotti;

·         crea sempre più ricchezza per gli azionisti e sempre meno per i lavoratori;

·         aumenta le disuguaglianze, anche in quei paesi del Sud del mondo dove peraltro ne sfrutta le risorse;

·         favorisce il soddisfacimento di consumi sempre più lontani dalle necessità vitali delle persone e dalla compatibilità con le risorse disponibili del pianeta;

ci sono tutte le premesse per un futuro poco certo e molto precario. Per evitare tutto questo noi continueremo a batterci, anche con proposte alternative, perché le condizioni politiche al contorno, che oggi favoriscono questo stato di cose, sono destinate (per nostra fortuna) a cambiare.

 

Concludiamo consapevoli del fatto che i furbi, quelli che hanno capito tutto e sanno bene come si fa a vivere e a lucrare in questo sistema, nella migliore delle ipotesi ci considerano degli utopisti, dei sognatori. Ci sentiamo di rispondere loro che senza sogni, senza ideali, senza fame e sete di giustizia, l’uomo può anche continuare a camminare, ma è un cadavere che cammina!

 

Roma, 30 dicembre 2004

 

 

                                                                                             

RSU Syndial Roma

 

                                               Maurizio Filipponi    Massimo Stefanelli    Lorenzo Costantini

                                                            Maurizio Bartolomei          Donato Nocco